Voi tutti sapete che al cuore di rozzi
esploratori non si comanda, così, dopo tre giorni di rintanamento
in baita, iniziammo le vere e proprie battute esterne, indifferenti ai
temporali e alla sorte avversa.
La pioggia, altrettanto indifferente alle
nostre aspirazioni, inzuppava il campo delle nostre ricerche e provocava
addirittura l'innesco della sorgente Pizzarella, da cui usciva una cascata
visibile a occhio nudo da qualche chilometro di distanza.
Il risultato di cinque giorni di peregrinazioni
reidratanti fu il ritrovamento di alcune belle doline sparse in giro
per la conca e sistematicamente ostruite in modo drastico da detriti di
varia natura (sassi, resti vegetali, immondizia... ).
Stanchi infine di vagare invano tornammo
controvoglia a cercare nel settore presso il passo La Forca, dove almeno
eravamo sicuri di poter esplorare e rilevare qualcosa che ci permettesse
di non tornare a valle a mani vuote.
Con la nascosta, irragionevole speranza
di trovare il Whalalla ci imbattemmo in A4, cavità segnata dai milanesi
nel '78 e già vista da noi l'anno prima con occhio scettico; fu
così che per la speleologia in Alben il 1995 divenne l'Anno di Odino.
La grotta, gelida e bagnata, si lasciò
penetrare senza grossi ostacoli: una sequenza di brevi pozzi-frattura portava
in cima ad un P15 arrampicabile (con molta attenzione) e poi su due opposte
fratture impraticabili poste circa a -30.
Una di queste proseguiva oltre una rognosissima
strettoia con ampio pozzo valutato sui 20-25 metri.
Fu deciso di dare alla grotta il sacro
nome di Wotan (Odino) dato che era destinata a diventare la più
profonda dell'Alben, naturalmente a patto di superare l'ostacolo.
Dopo due uscite e parecchie ore di duro
lavoro solo uno di noi, e solo quando ormai era troppo tardi per proseguire,
riuscì ad affacciarsi sul pozzo inesplorato.
Matteo dedicò la strettoia a Capitan
Harlock e uscimmo a malincuore programmando una nuova visita nelle settimane
successive, visto che il giorno seguente bisognava trasportare a valle
tutto il materiale e le nostre umide carcasse.
Wotan, offeso, decise di non concederci
nulla di più di quello che ci aveva mostrato fino ad allora.
Un paio di settimane dopo l'inedita coppia
Pannuzzo-Bertolini scendendo il pozzo scoprì che il fondo, ostruito
a -50 da grossi blocchi di frana, lasciava passare solo aria.
I disperati tentativi di disostruzione
(e conseguente ritardato rientro) servirono solo a deprimere ancora di
più i due prodi (senza ulivo).
Erano passate da un pezzo le 22 quando
mamma Bertolini, impaziente di celebrare degnamente la ricorrenza del compleanno
del proprio pargolo, si vedeva costretta con disappunto ad avvisare il
resto dello Speleo Club Orobico che il festeggiando non dava ancora notizie
di sé.
Pochi minuti dopo il bell'Antonio tranquillizzava
telefonicamente tutti, senza peraltro riuscire a placare l'ira materna.  |